• Spunti
    • l’ottico
    • l’occhio secco
    • la miopia
    • l’astigmatismo e la vista nei bambini
    • la presbiopia
    • le lenti a contatto
  • Chi siamo
  • Il nostro negozio
  • Contatti

ottica

Se senti gli zoccoli pensa al cavallo – l’astigmatismo e la vista nei bambini

Era una situazione che si riproponeva non di rado: “chiudi quella bocca” dicevano “che poi da grande non riuscirai più a chiuderla”. Ci sono voluti circa quattro anni, innumerevoli sgridate (la maggior parte delle quali in pubblico) e qualche decina di piagnistei da ospedale per capire che la colpa (se c’era una colpa) di sicuro non era mia. Semplicemente, io dal naso non respiravo. Risolto il problema ora sono grande e la bocca (nonostante i pronostici) la tengo chiusa. Quasi sempre. Quasi mai direbbe qualcuno. La verità come sempre sta nel mezzo.

Sarà proprio a causa dei ricordi d’infanzia se mio figlio non viene mai sgridato. Quando guarda la televisione e inclina la testa di lato, quando strizza e si strofina gli occhi con le mani non proprio pulitissime. Quando durante una passeggiata in campagna indica un cavallo ed esclama “mucca!”. Non lo sgrido. Lo porto dal neurologo. Una madre ipocondriaca non sarà il massimo del relax, ma di sicuro è il massimo dell’efficienza.

In questo caso specifico il neurologo in questione, uomo estremamente paziente che ci è mancato poco mi facesse sottoscrivere una tessera fedeltà, con una risata mi ha consigliato una sosta dall’ottico, poiché a quanto pare mio figlio conosce benissimo la differenza tra un cavallo e una mucca e, sempre a quanto pare, il suo cervello è molto più a posto del mio.

bimbo-1

Astigmatismo ipermetropico: vi sfido a dirlo velocemente per tre volte di seguito. In ogni caso un bel sollievo. Si risolve con un paio di occhiali, presto fatto: niente testa di lato, niente strofinate e finalmente ogni animale viene prontamente riconosciuto come membro della propria specie. Ci sono ancora alcuni problemi a distinguere le papere dalle anatre, ma ammettiamolo: chi non li ha?

Al primo giorno di scuola la commozione lascia spazio all’apprensione. E se lo chiamassero “quattrocchi”? I bambini lo fanno ancora? Intonano tiritere in rima per prendere in giro chi non ha undici decimi? Scopro con grande stupore che potremmo piuttosto definire vero il contrario. Non so quanta parte abbia avuto J.K. Rowling nella rivincita degli ausili ottici, ma so che Harry Potter ha definito una nuova era e che nel 2016 un paio di occhiali vale più di mille parole. C’è una sorta di club esclusivo di piccoli maghi supereroi e quelle due lenti sono la chiave per una porta magica che trasforma la scuola in un regno incantato. Ci fosse stato un club del genere quando ero piccola io, per chi non sapeva tenere la bocca chiusa, ma guardo quel sorriso esplodere sulla faccia di mio figlio e, mi dico, è tutto perfetto così com’è.

bimbo-2

La vista nei bambini

La vista, come tutte le capacità fisiche, si sviluppa con l’età, ma fin dalla nascita un neonato può captare tutti gli stimoli visivi provenienti dall’esterno anche se ancora non riesce a elaborarli, organizzarli in immagini e capirli. A circa 15 giorni dalla nascita i bambini sono in grado di mettere a fuoco una distanza di circa 20-25 cm, adeguata alle loro esigenze legate alla madre e all’allattamento. Dopo il primo mese, nonostante non abbiano ancora il pieno controllo dei bulbi oculari, i bambini cominciano a stabilire contatti visivi, a percepire i colori, a dirigere lo sguardo sugli oggetti che li circondano e a distinguere la forma del viso. A 2-3 mesi il neonato riesce a vedere a maggiore distanza e a distinguere il viso umano e tutti i suoi componenti. Da questo momento in poi i bambini iniziano ad aumentare rapidamente le loro capacità visive: la visione dei colori, la coordinazione e il movimento, la visione binoculare. A 6 mesi riescono a controllare bene i muscoli oculari e iniziano a manipolare piccoli oggetti. A 10 mesi i bambini acquisiscono la visione tridimensionale (la profondità) e così via, fino a raggiungere i 4-6 anni: età in cui le strutture oculari saranno ben formate e funzionanti.

Prevenzione e visita oculistica

Alcune alterazioni dell’apparato visivo nell’infanzia potrebbero condizionare lo sviluppo psicomotorio del bambino ed è per questo che si rende necessaria un’efficace prevenzione per individuare eventuali alterazioni e problemi e, di conseguenza, risolverli con efficacia quando il bambino è ancora nel periodo dell’apprendimento visivo. La prima e insostituibile prevenzione deve essere attuata dai genitori che sono continuamente a contatto con il bambino e che possono individuare alcuni segnali che potrebbero nascondere problemi: occhi arrossati, secrezione, fastidio alla luce, lacrimazione, strabismo, problemi palpebrali, anomalie del comportamento (sguardo assente, difficoltà nel seguire gli oggetti in movimento o di afferrarli, cadute frequenti, difficoltà nell’evitare gli ostacoli, avvicinamento esagerato per guardare un oggetto). In alcuni casi all’origine di un problematico sviluppo della funzione visiva potrebbero esserci problemi ottici come miopia, ipermetropia e astigmatismo che, con l’aiuto e il controllo del medico oculista e dell’ottico-optometrista, vanno tenuti sotto controllo. Proprio per questo è consigliabile, tra il secondo e terzo anno di età, effettuare una prima visita di controllo oculistico mirata alla ricerca di eventuali difetti visivi, di alterazioni della mobilità oculare (strabismo, nistagmo) e dell’ambliopia: la riduzione della funzione visiva di uno dei due occhi, il cosiddetto “occhio pigro”, che viene parzialmente escluso dalla visione.

Ovviamente se nel bambino di un’età inferiore si notano comportamenti anomali come la necessità di strizzare gli occhi per guardare lontano, di inclinare o ruotare la testa, la chiusura dell’occhio nel guardare la luce, il fastidio nei confronti della luce intensa o lo sfregamento frequente degli occhi, è consigliabile anticipare il momento della visita oculistica.

Vista, scuola e bambini

Quando il bambino inizia il ciclo scolastico comincia anche una fase di apprendimento particolarmente intensiva e spesso possono manifestarsi alcuni problemi che vanno tenuti sotto controllo in primis da genitori e insegnanti che dovranno essere vigili e controllare se il bambino ha difficoltà a vedere alla lavagna, se leggendo si stanca in modo particolare, lamentando eventuali mal di testa o se, addirittura, si rifiuta di leggere.

Questi comportamenti potrebbero essere la manifestazione di ametropie (condizioni in cui l’immagine di un oggetto non va a fuoco sulla retina) che potrebbero condizionare anche il processo di apprendimento:

– ipermetropia: rende difficile la lettura e può causare problemi di apprendimento per l’eccessivo impegno visivo che richiede;

– astigmatismo: la lettura risulta offuscata e poco comprensibile, poiché il sistema ottico non è in grado di formare un’immagine puntiforme di un oggetto puntiforme;

– miopia: rende difficile la visione da lontano, come ad esempio la lettura della lavagna.

Molti sono i fattori che in età scolastica possono influire su un eventuale stress visivo:

– eccessiva vicinanza al testo di lettura e al quaderno;

– posizioni scorrette che non garantiscono la focalizzazione simultanea degli occhi con la massima efficacia e per lungo tempo;

– luci abbaglianti o troppo scarse o, addirittura, non uniformi sul piano di lavoro;

– lunga permanenza davanti a TV e computer.

Come si possono correggere i difetti visivi nei bambini

Attraverso visite oculistiche di controllo, una volta individuato il problema visivo, occorre intervenire in maniera adeguata spesso con l’utilizzo di occhiali.

Attraverso una visita dall’ottico-optometrista il bambino, con grande serenità e divertimento, sarà aiutato a scegliere gli occhiali più adatti in funzione dei suoi gusti e del problema visivo da risolvere. L’occhiale dovrà avere lenti infrangibili, essere robusto e leggero, anatomico, anallergico, ma soprattutto confortevole: un oggetto familiare, quasi un compagno di giochi!

Pubblicato il 13 settembre 2016 Commenta
Scritto da Carlotta Fiore
Fotografie di Infraordinario studio
Categoria: astigmatismo
Tag: astigmatismo, bambini, occhiali, ottica, scuola, vista

Big girls don’t cry – l’occhio secco

Sono sempre stata una piagnona.
Ricordo come fosse ieri quanto bruciassero le lacrime che cercavo di trattenere, specialmente a tavola con i miei genitori, ma anche in classe quando non sembrava esistere peccato più grande di lasciar cadere una lacrima sul quaderno di analisi grammaticale.

Non ho mai pensato al pianto come a una debolezza, ho sempre accettato come un amico che a volte si presenta senza preavviso e mette le scarpe sul tavolo della cucina, ma non diserta quando c’è bisogno di lui. Negli anni ho perfezionato un pianto fermo e silenzioso. Un pianto che consiste nel raccogliere le lacrime all’interno dell’occhio e farle scendere per mancanza di spazio, senza muovere un solo muscolo del viso e addirittura senza compromettere il trucco. Anni di allenamento ed esperienza. Dal primo fidanzato che ti lascia, all’ultima canzone di Adele.

Questo era normale fino a una settimana fa. Il giorno in cui ho smesso di piangere.
Mi stavo dedicando alla visione semestrale di Into the Wild, celebrazione della natura che ha avuto il grande merito di trasformarmi da divoratrice di junk food a paladina dell’ecosostenibilità. Unico film in grado di farmi disperare come la Magnani in Roma Città Aperta.

1

Se da una parte questo può far sentire una donna finalmente incline alla carriera politica, dall’altra rischia di minare le attitudini sociali. Un’amica ti offre la cena allietandoti con il video del proprio matrimonio mentre tu rimani impassibile come ad una conferenza sulle emissioni di particolato? Non bene. Il fidanzato festeggia il vostro anniversario con un anello e tu continui a somigliare al letto di un torrente in agosto? Molto male.

La soluzione potrebbe essere quella di chiudersi in casa per una settimana sottomettendosi a una maratona di tutti i film che hanno le carte in regola per erodere la diga che qualche ironico folletto sembra aver costruito nell’arco di una notte, ma se nemmeno Into the Wild riesce nell’impresa di farmi commuovere (impresa che fino a poche settimane fa sarebbe stata semplice persino per un bambino molesto con la faccia imbrattata di cioccolato) non resta altro che rivolgersi a un professionista.

-Che lavoro fai?- mi chiede l’ottica da cui sono andata per il dubbio legittimo che forse il problema fossero gli occhi e non l’anima, che quella non la smette di lagnarsi nemmeno per un secondo.
-Grafica editoriale- rispondo, vantandomi sempre un po’ perché non riesco a trattenermi.
-Quante ore passi davanti allo schermo. Tv, computer, …?
-8, direi. In ufficio. Poi forse 3 a casa. Poi magari qualcuna in più se chiamano i miei su Skype o mi metto a guardare un film. Mi sento di dire: sicuramente non più di 24 ore al giorno.

A quanto pare il mio stato emotivo non c’entra niente. Ho seccato gli occhi a forza di costringerli davanti allo schermo e loro si sono ribellati togliendomi il pianto fermo e silenzioso. Mi sento come una ballerina classica che si rompe un piede dopo 10 anni di lezioni.

Mi consiglia un’alimentazione mirata e se tutto va bene in poche settimane la diga dovrebbe crollare da sola. Dopo un’attenta visita non resisto a un paio di occhiali in finto legno e accetto con piacere l’idea delle lacrime artificiali, perché se non dovessi riuscire a piangere (come un’attrice scadente) potrei sempre usare quelle.
-Grazie davvero, le dico. Perché sono quasi certa che il mio fidanzato stia per chiedermi di sposarlo.

2

L’occhio secco

L’occhio secco o ipolacrimia è un disturbo dovuto alla scarsa produzione di lacrime: le ghiandole, per un’atrofia parziale o totale o per alterazioni di vario genere, non producono più liquido lacrimale a sufficienza e l’occhio diventa, quindi, più o meno secco. I sintomi più comuni sono bruciore, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, fotofobia, difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio e, nei casi più gravi, dolore e annebbiamento visivo. Talvolta i pazienti affetti da ipolacrimia lacrimano moltissimo: il liquido lacrimale è però molto acquoso, contiene poche componenti mucose ed evapora subito lasciando la cornea esposta all’azione di agenti esterni. La sindrome da occhio secco è comunemente causata da alcuni fattori: età avanzata, cambiamenti ormonali nelle donne tra i 40 e 60 anni, essere spesso a contatto con luoghi molto soleggiati o ventosi, lavori che richiedono molte ore davanti al computer in ambienti secchi o dove sono in funzione impianti di riscaldamento o di condizionamento non adeguatamente umidificati. Il disturbo dell’occhio secco viene generalmente trattato con la prescrizione di colliri, gel, lacrime artificiali che possiedono sostanze dall’azione detergente, lubrificante e disinfettante simili a quelle delle lacrime naturali.

Per fare in modo che l’occhio non si affatichi, ad esempio in casi di lavoro prolungato al computer, e per ottimizzare il proprio benessere visivo durante le ventiquattro ore della nostra giornata è consigliato anche l’utilizzo, dopo aver fatto una visita ottica per stabilire la correzione necessaria e le giuste lenti da applicare, di occhiali che aiutino e proteggano gli occhi.

Consigli utili per il benessere dell’occhio e per prevenire l’ipolacrimia: bere molti liquidi e assumere, all’interno della propria dieta, alcuni alimenti che possano aiutare lo stato generale di salute dell’occhio evitando caffè, zuccheri e cibi particolarmente raffinati e trattati. È consigliata l’assunzione di alimenti che contengano acidi grassi Omega 3 (salmone, sardine, merluzzo, trota, etc.) che migliorano le secrezioni lipido-proteiche, Vitamina A (uova, carote, albicocche, radicchio, le verdure arancioni, etc.) che rinforza l’epitelio e lo stato di salute delle cellule, Vitamina E (oli vegetali, semi, nocciole, pinoli, mandorle, cime di rapa, etc.) che è un forte anti-ossidante e reidratante cellulare, Vitamina B6 (cereali integrali, banane, avocado, nocciole, carote, etc.), Vitamina C (uva, peperoni, prezzemolo, fragole, ananas, ciliegie, rucola e agrumi, etc.) e Magnesio (spinaci, banane, semi di zucca, mandorle, soia, fagiolini, riso, etc.) che aiuta il metabolismo degli acidi grassi Omega 3.

Una ricetta per il benessere: Insalata di salmone, avocado, rucola e semi misti

Ingredienti: 100 g di salmone a fette, 1 avocado piccolo e maturo, 1 cespo di radicchio verde, 1 mazzetto di rucola, 100 g di pomodorini ciliegini rossi, 1 patata, germogli di soia, semi misti (semi di girasole, semi di zucca, semi di sesamo, semi di chia, semi di lino), 1 lime, olio extravergine d’oliva, sale e pepe.

Preparazione: In una ciotola sciogli un pizzico di sale con il succo ottenuto dalla spremitura del lime, 8 cucchiai d’olio, un po’ di pepe e mescola con energia il composto con una forchetta: mentre prepari l’insalata, riponi la salsina in frigorifero. Lava la rucola, il radicchio e i pomodorini e lasciali sgocciolare molto bene. Togli la buccia all’avocado, togli il nocciolo e taglia la polpa a piccoli pezzetti. Fai lessare la patata e, appena pronta, tagliala a cubetti piccoli. Riunisci in una ciotola tutti gli ingredienti: la rucola e il radicchio spezzati con le mani, i pomodorini tagliati in quattro parti, l’avocado e la patata a cubetti. Aggiungi, alla fine, il salmone tagliato a striscioline, i germogli e i semi misti. Estrai la salsina dal frigorifero, sbattila ancora per qualche minuto con la forchetta e poi versala come dressing saporito sulla tua insalata, amalgamando accuratamente gli ingredienti prima di servire.

Pubblicato il 7 giugno 2016 Commenta
Scritto da Carlotta Fiore
Fotografie di Infraordinario studio
Categoria: occhio secco
Tag: alimentazione, ipolacrimia, occhio secco, omega 3, ottica

Pagine

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie e Privacy Policy
  • Il nostro negozio
  • Privacy

Argomenti

  • astigmatismo
  • lenti a contatto
  • miopia
  • occhio secco
  • ottico
  • presbiopia

Articoli

  • A Natale siamo tutti più lenti – le lenti a contatto
  • 11 verticale – la presbiopia
  • Se senti gli zoccoli pensa al cavallo – l’astigmatismo e la vista nei bambini
  • Nietzsche, il fast food e la ragazza del primo banco – la miopia
  • Big girls don’t cry – l’occhio secco
  • Spunto di vista – l’ottico

Cerca nel sito

Amministrazione

  • Log-in

Progetto ideato e curato da
Fotografie © Infraordinario Studio
Testi © Carlotta Fiore e Federica Pasqualetti

Copyright © 2023 www.otticadolcevista.it

Web by Infraordinario Studio